1909 - 1912
Le prospettive future della terapia psicoanalitica - 1910
Il 30 e il 31 marzo 1910 si tenne a Norimberga il secondo Congresso internazionale di psicoanalisi.
F. aferma di attendersi ottimistici migliramenti delle prospettive della psicoanalisi per tre ordini di motivi: 1) un proigresos interno, 2) un aumento di autorità, 3) come conseguenza dell'effetto generale del lavoro degli analisti.
F. sottolinea i cambiamenti nella tecnica avvenuti. All'epoca della cura catartica ci si poneva come meta il chiarimento dei sintomi; quindi ci si distolse dai sintomi per porsi come meta la scoperta dei "complessi", ilfine lo sforzo è ora diretto verso il ritrovamento e il superamento delle "resistenze" confidando che i complessi compariranno senza difficoltà nonapena le restenza saranno riconosicute ed eliminate.
Si è inoltre acquisita la cosapevolezza della "controtraslazione" che insorge nel medico per influsso del paziente sui suoi sentimenti inconsci, non siamo lungi, scive F., dal pretendere che il medico debba riconoscere in sé questa traslazione e padronegiarla. Ogni analista procede esattamente fin dove glie lo consentono i suoi complessi e le sue resistenze interne ed è dunque necessario che egli inizi la sua attività id autoanalisi e la approfondisca continuamente (già due anni dopo in "Tecnica della psicoanalisi" (1912) F. sostiene la necessità di una analisi di addestramento).
Tecnica della psicoanalisi (1911-1912)
Consigli al medico nel trattamento psicoanalitico (1912)
a) Per ricordare tutti i dettagli di quanto emerge dalle sedute con i pazienti non occorre alcun espediente, persino quello di redigere appunti, la tecnica consiste nel non voler prendere nota di nulla in particolare e nel porgere a tutto ciò che ci capita di ascoltare la medesima "attenzione fluttuante". Infatti non appena ci si propone di mantener tesa la nostra attenzione a un determinato livello, si comincia anche ad operare una selezione del materiale offerto. Seguendo nella scelta le proprie aspettative, si corre il rischio di non trovare mai niente che non si sappia già. Il corrispettivo della "regola psicoanalitica fondamentale" per il medico è la seguente: si tenga lontano dalla propria attenzione qualsiasi influsso della coscienza e ci si abbandoni completamente alla propria "memoria inconscia", oppure, "si stia ad ascoltare e non ci si preoccupi di tenere a mente alcunché". Quelle componenti del materiale che già si iscrivono in un contesto saranno disponibili per il medico anche in modo cosciente; il resto, ancora sconnesso e disposto in caotica confusione, sembra in un primo tempo sommerso, ma afiora prontamente alla memoria appena l'analizzato produce qualcosa di nuovo con cui tale materiale può essere collegato e in cui possa prolungarsi.
b) Non prendere molti appunti durante le sedute. Mentre si trascrive o si stenografa, si opera necessariamente una deleteria selezione del materiale e si tiene impegnata una parte della propria attività mentale che dovrebbe essere meglio utilizzata nell'interpretazione di ciò che si è ascoltato.
c) Non è bene elaborare scientificamente un caso fintantoché il suo trattamento non è concluso.
d) F. raccomanda di prendere a modello durante il trattamento psicoanalitico il chirurgo. Il sentimento più pericoloso per lo psicoanalista è l'ambizione terapeutica di riuscire a fare qualche cosa che possa avere un effetto persuasivo su altre persone. Il chirurgo Ambroise Paréaveva come motto le parole "Io lo medicai, Dio lo guarì", l'analista dovrebbe accontentarsi di qualcosa di simile.
e) Tutte queste regole tendono a creare per il medico il corrispettivo della "regola psicoanalitica fondamentale" enunciata per l'analizzando. Il medico deve metersi in condizione di utilizzare tutto ciò che gli viene comunicato ai fini del riconoscimento del materiale inconscio, senza sostituire alla rinuncia di scelta da parte del malato una propria censura: egli deve rivolgere il proprio inconscio come un organo ricevente verso l'inconscio del malato che trasmette; deve disporsi rispetto all'analizzato come il ricevitore del telefonorispetto al microfono trasmittente. Come il ricevitore ritrasforma in onde sonore le oscillazioni elettriche della linea telefonica che erano state prodotte da onde sonore, così l'inconscio del medico è capace di ristabilire a partire dai derivati dell'inconscio che gli sono comunicati, questo stesso inconscio che ha determinato le associazioni dle malato. Ma se il medico deve essere in grado di servirsi in questo modo del suo inconscio come di uno strumento per l'analisi egli non deve tollerare in se stesso alcuna resistenza che allontani dalla sua coscienza ciò che è stato riconoscito dal suo inconscio. E' dunque necessario che il medico sia stato sottoposto a purificazione psicoanalitica e abbia acquisito nozione di quei complessi personali che sarebbero atti a disturbarlo nella comprensione di quanto gli viene offerto dall'analizzato. Ogni rimozione non risolta nel medico corrisponde a una "macchia cieca" nella sua percezione analitica.
f) Il medico deve essere opaco per l'analizzato e, come una lastra di specchio, deve mostrare solo ciò che gli viene mostrato.
g) Il medico non deve spingere il paziente in alcuna direzione. Deve lasciarsi guidare non tanto dai propri desideri quanto dalle capacità dell'analizzato.
h) Non è giusto porre dei compiti all'analizzato, atraverso un'attività mentale di tipo riflessivo, atraverso uno sforzo di volontà, non viene risolto nessuno degli enigmi della nevrosi; soltanto attraverso il paziente esercizio della regola psicoanalitica, che impone di eliminare la critica rivolta all'inconscio e alle sue propaggini si ottiene un risultato. Nemmeno la lettura degli scritti analitici è utile per gli analizzandi, sulla propria persona trarranno direttamente una conoscenza più ricca e più valida di quella che potrebbero ricavare da qualsiasi lettura.
e) Tutte queste regole tendono a creare per il medico il corrispettivo della "regola psicoanalitica fondamentale" enunciata per l'analizzando. Il medico deve metersi in condizione di utilizzare tutto ciò che gli viene comunicato ai fini del riconoscimento del materiale inconscio, senza sostituire alla rinuncia di scelta da parte del malato una propria censura: egli deve rivolgere il proprio inconscio come un organo ricevente verso l'inconscio del malato che trasmette; deve disporsi rispetto all'analizzato come il ricevitore del telefonorispetto al microfono trasmittente. Come il ricevitore ritrasforma in onde sonore le oscillazioni elettriche della linea telefonica che erano state prodotte da onde sonore, così l'inconscio del medico è capace di ristabilire a partire dai derivati dell'inconscio che gli sono comunicati, questo stesso inconscio che ha determinato le associazioni dle malato. Ma se il medico deve essere in grado di servirsi in questo modo del suo inconscio come di uno strumento per l'analisi egli non deve tollerare in se stesso alcuna resistenza che allontani dalla sua coscienza ciò che è stato riconoscito dal suo inconscio. E' dunque necessario che il medico sia stato sottoposto a purificazione psicoanalitica e abbia acquisito nozione di quei complessi personali che sarebbero atti a disturbarlo nella comprensione di quanto gli viene offerto dall'analizzato. Ogni rimozione non risolta nel medico corrisponde a una "macchia cieca" nella sua percezione analitica.
f) Il medico deve essere opaco per l'analizzato e, come una lastra di specchio, deve mostrare solo ciò che gli viene mostrato.
g) Il medico non deve spingere il paziente in alcuna direzione. Deve lasciarsi guidare non tanto dai propri desideri quanto dalle capacità dell'analizzato.
h) Non è giusto porre dei compiti all'analizzato, atraverso un'attività mentale di tipo riflessivo, atraverso uno sforzo di volontà, non viene risolto nessuno degli enigmi della nevrosi; soltanto attraverso il paziente esercizio della regola psicoanalitica, che impone di eliminare la critica rivolta all'inconscio e alle sue propaggini si ottiene un risultato. Nemmeno la lettura degli scritti analitici è utile per gli analizzandi, sulla propria persona trarranno direttamente una conoscenza più ricca e più valida di quella che potrebbero ricavare da qualsiasi lettura.
Bibliografia:
OSF- Boringhieri
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